Sporting Altamarca, Kovacevic: “Ancora più motivati a raggiungere i playoff”

Foto Sporting Altamarca
Pausa forzata agli sgoccioli. Mentre nelle Marche sta per iniziare la Coppa Italia, lo Sporting Altamarca comincia a togliere i “cerotti”, sperando in un pieno recupero in vista della trasferta in casa Maccan Prata prevista per sabato 15 marzo. “A Jesi saremmo volentieri andati anche in tre – sdrammatizza Dragan Kovacevic – ma cerchiamo di guardare il lato positivo, sfruttando questo periodo di stop per rimetterci in sesto. Personalmente, il Maccan Prata mi piace molto: ha una rosa ampia e ottima individualità, ma – pur senza Baron e Murga (entrambi squalificati, n.d.c.) e pur dovendo fare i conti gli infortuni già noti – dovremo cercare di fare il massimo”.
Fondamentale no, importante sì. Ed è lo stesso Kovacevic a sottolinearlo. “Dal CDM, che è sul gradino più basso del podio, al Lecco, che è nono, ci sono appena 8 punti, per cui si tratta di una classifica stracorta, ma noi puntiamo ai payoff. La mancata qualificazione alla Final Four è diventata ora un ulteriore stimolo a farcela: anche se sabato non sarà una gara da dentro o fuori, vincere uno scontro diretto confermerebbe ancora una volta quanto tutti crediamo nell’obiettivo”.
Già protagonista nella stagione della promozione in B (2017/18), Kovacevic – classe ’95 nato in Bosnia – è al terzo anno del suo secondo capitolo come guardiano dei pali biancoblù. “Proprio come mio fratello che ancora oggi gioca in Prima Categoria col Loreggia, avevo iniziato come difensore nel calcio a 11, poi ho visto la finale di Champions del 2003 tra il Milan di Dida e la Juventus di Gigi Buffon e ho deciso che da grande avrei fatto il portiere”.
È il futsal a consacrarlo nel ruolo. “Entrai a far parte del settore giovanile della Luparense che era praticamente appena nato: dopo una chiacchierata con mister Pegorin, decidemmo che avrei provato in porta, l’area di rigore mi affascinava, e lì sono rimasto”. Tornando alla finale di Champions (3-2 per i rossoneri ai tiri di rigore), inevitabile chiedergli come se la cavi sui tiri dal dischetto. “Vado meglio su quelli dai 10 metri: la scorsa stagione abbiamo subito 14 tiri liberi e ne ho parati 11, ma gli altri – sorride – erano davvero imprendibili”.