Valendino ripensa al primo gol in maglia Pescara: “Ha riacceso qualcosa che un po’ mi mancava”
Un’altra settimana da vice-capolista. Nel il 5-1 di sabato scorso contro la Lazio, il Pescara ha messo un mattoncino in più e Alessia Valendino, la terza più piccola del roster biancazzurro, ha siglato la sua prima rete stagionale festeggiato con una corsa tra le braccia di Gaby Vanelli.
“La mia coinquilina piccola e compatta – ride -. Dall’inizio della preparazione mi sprona a credere tanto in quel che faccio e ad essere una spalla per qualsiasi compagna, esattamente quel che lei è per me. Non ho avuto molto minutaggio fino ad oggi, quel gol ha riacceso qualcosa che un po’ mi mancava perché è giocare che fa la differenza, ma sarei stata contenta della mia e della nostra prestazione anche se non avessi segnato”.
Si chiude con una vittoria con un altro successo il novembre di sfide delle biancazzurre.
“Penso che contro la Lazio, una squadra sempre molto fastidiosa da affrontare, sia arrivato un pizzico di consapevolezza in più: quel gol preso a 6” dall’intervallo (2-1, n.d.c.) ci ha fatto arrabbiare, ma allo stesso tempo ci ha dato una scossa. Andando avanti, si è vista più connessione, maggiore unione, ma già col Bitonto c’era stata un’ottima prestazione. A mio avviso meritavamo anche i tre punti, ma resto dell’idea che prendi i gol che non fai”.
Il Pescara, comunque, sta lanciando segnali forti. E non ha nessuna intenzione di sottovalutare l’Atletico Foligno, ora penultimo in graduatoria.
“Dopo il ko co l’Audace, le umbre avranno voglia di rifarsi, ma noi ci focalizzeremo sul match per ripetere la stessa performance di Giovinazzo col Bitonto. L’unico modo per uscir dal campo con un risultato certo”.
Terzo anno con la maglia del Delfino per la 2002 di Margherita di Savoia che continua ad affinarsi in una delle realtà più complete della Serie A Fabless.
“Marcare Taty è sicuramente la cosa che mi diverte di più, di Manieri ho una stima immensa, adoro la grinta di D’Incecco e la caparbietà di Coppari, che nonostante la sua giovane età mi dimostra come essere una vera e propria compagna sia dentro che fuori dal campo. E così via, potrei dire troppe cose. Non ho un idolo indiscusso, sarebbe impossibile scegliere tra tutte le campionesse che ho attorno, ma – chiude Valendino – ho la fortuna di poter prendere ogni giorno il meglio da ciascuna di loro”.