FutsalNow incontra… Adriano De Bartolo: “I voti al campo, l’obiettivo è migliorare”

Prosegue la nostra rubrica targata FutsalNow. Un momento di condivisione in compagnia di una delle figure centrali dei club italiani ovvero i direttori, sportivi o generali che siano. Al centro sempre il futsalmercato, con i suoi meccanismi interni, i sogni e i fallimenti. Pensieri e parole di… Adriano De Bartolo (Roma 1927 Futsal).

1) Il futsalmercato può dirsi ormai concluso, come giudichi le operazioni effettuate da e per la tua società? Che voto dai al tuo roster e quali dovranno essere gli obiettivi minimi? Quale, invece, il colpo della Serie A 2024/25?
“Abbiamo centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati, quindi sono ampiamente soddisfatto della rosa che abbiamo allestito. Voti non ne do, li dovrà dare il campo. L’obiettivo è quello di migliorare i risultati conseguiti la scorsa stagione. Il colpo della Serie A è sicuramente Ricardinho…“.

2) Entriamo nello specifico del futsalmercato e dei suoi meccanismi interni. Come vengono ricercati e scelti i profili nazionali e internazionali? Nel concreto come si arriva ai giocatori, tramite procuratori e intermediari vari o trattando direttamente con gli stessi atleti?
“I giocatori vengono scelti in primis in base alle caratteristiche: formato o non formato, difensivo o offensivo, destro o sinistro. Poi si passa al contatto, tramite procuratori, tramite loro stessi (per chi non ha intermediari) o tramite nostri giocatori che in passato ci avevano giocato insieme. Le operazioni sono tutte semplici o complicate, conta la volontà del giocatore. Possono durare ore o giorni a seconda dei dettagli ma non salta mai per il lato economico. L’operazione più complicata è stata quella per portare Humberto in Italia: ha preso il passaporto comunitario il 28 gennaio e il 5 febbraio era il termine unico per il tesseramento dei giocatori. In solo 7 giorni siamo riusciti a fare tutto tra federazione italiana e brasiliana“.

3) In che percentuale agiscono nel futsalmercato di una società queste tre componenti: mister, società e direttore sportivo? Come fare per combinare nel miglior modo possibile quei tre elementi? Ti è mai capitato, invece, di avere “carta bianca” e se sì, cosa ne è venuto fuori?
“Agiscono sempre insieme. Non si può prendere un giocatore che non vuole l’allenatore, sarebbe un problema per la società ed è una cosa che non possiamo permetterci. Si lavora sempre insieme, partendo dalle caratteristiche del giocatore che servono alla squadra. Si individua una rosa di giocatori e poi si sceglie in base alle preferenze del mister ed alle richieste economiche del calciatore“.

4) Le squadre, gli allenatori, i capitani alzano i trofei ma cos’è più difficile per un diesse, costruire una squadra per vincere con un budget superiore alle avversarie o salvarsi con un budget inferiore? 
“Vincere è sempre difficile, perché alla fine vince solo una squadra. Ci si può salvare con un budget inferiore e perdere un campionato con un budget illimitato. La componente economica è importante ma non determinante. Alla fine la differenza tra vincere o perdere possono farla i dettagli, un infortunio in più o un cartellino in meno“.

5) Qual è stato il tuo colpo migliore in assoluto, quale quello che si è rivelato il peggiore (anche senza fare nomi) e quello che avresti tanto desiderato? Esiste un giocatore che hai lasciato andare e che, guardando indietro, pensi ancora “Ho sbagliato”?
“Lasciamo perdere la Serie A, per rispetto dei nostri giocatori e anche di quelli di altre squadre. Non dirò su chi penso di aver sbagliato e chi è stato il colpo migliore. Quindi parliamo un po’ più in là nel tempo, di quando eravamo in A2 (quando l’Élite non esisteva). Posso dire che il colpo migliore è stato quello di portare al PalaOlgiata Vinicius Bacaro nel mercato invernale del 2016. Quello tanto desiderato che non sono mai riuscito a chiudere (al PalaOlgiata ci viene spesso ma con un’altra maglia) si chiama Luca Ippoliti“.